La testimonianza degli "Scombinati"

"In luglio 2016 abbiamo accolto Gias come un membro a tutti gli effetti del nostro gruppo, portandolo in campeggio con noi alle 5 terre. Abbiamo proseguito la sua accoglienza da settembre a oggi, attraverso le attività ordinarie del nostro gruppo: incontri settimanali, cene, campo di capodanno a Roccapelago, lezioni di italiano per aiutarlo nel corso da chef.
In autunno, poco alla volta, sono arrivati altri ragazzi migranti, ex ospiti della comunità Argonauta: Yussef e Aftab (welchome), Camrul e Jawad. Certe sere eravamo noi in una decina e cinque ragazzi migranti. Quelle volte il dialogo è stato molto difficile, perché la barriera linguistica era quasi insormontabile. Nelle ultime settimane abbiamo cercato di ovviare a questa difficoltà, svolgendo parte dell’incontro settimanale in forma separata: noi a discutere di problemi interni al nostro gruppo, i ragazzi migranti con Paolo a condividere le loro esperienze di viaggio e di ambientamento a Modena.
Ecco, secondo noi, i "pro" e i "contro" dell'aver vissuto questa importante esperienza di accoglienza, di integrazione, condivisione e amicizia.

Pro: 

  • ci fa conoscere nuove culture, nuove esperienze e storie personali
  • ci aiuta a eliminare i pregiudizi, perché si è costretti a cambiare il proprio punto di vista
  • ci aiuta a intrecciare le nostre differenti culture
  • ci obbliga a insegnare le parole in italiano e un pò la cultura del nostro paese
  • si è creato un legame e nel tempo si vedono i progressi
  • aiuta i ragazzi migranti a recuperare la loro adolescenza, stando insieme a noi
  • li aiuta a aprirsi, superando il fatto di avere come amici solo i propri connazionali
  • incontrare questi ragazzi ci rende più sicuri verso i migranti in generale, perché grazie all’amicizia con qualcuno di loro (ad es. Gias), si capisce che sono persone come noi


Contro:

  • incontriamo serie difficoltà nella comunicazione linguistica: questo fatto ci obbliga a dire le cose in modo semplice e a rispiegarle più di una volta
  • comunicare con persone provenienti da ambienti culturali diversi dal nostro ci risulta spesso difficile: non si sa mai di che cosa parlare
  • in particolare, diamo un diverso valore alla sincerità: nella nostra cultura dire bugie è un fatto quotidiano e non ci facciamo caso; abbiamo visto che nella loro cultura dire bugie è una cosa seria, che fa stare male per mesi
  • abbiamo incontrato difficoltà nell’integrazione, anche se si tratta di situazioni transitorie
  • quando abbiamo dovuto ospitare troppi ragazzi, siamo andati in difficoltà: è più facile calibrare l’accoglienza su una persona sola
  • all’inizio, le ragazze italiane hanno incontrato più difficoltà dei maschi: per le donne il rapporto con i ragazzi di welchome è stato più complicato da costruire, perché noi abbiamo l’idea di donna libera e emacipata, che non accetta il ruolo della casalinga

In sintesi: per alcuni di noi, l’arrivo di questi ragazzi nel gruppo non ci ha cambiati molto; mentre per altri il cambiamento è stato più evidente e significativo: dipende dal rapporto personale che si è riusciti a instaurare con ciascuno di loro.

Gli Scombinati, amici della Parrocchia Beata Vergine Addolorata, Modena 

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